SEMINARIO ERSU:

150 I PARTECIPANTI

 

“Impegno, tenacia, forte motivazione di base”. Devono essere queste secondo il presidente dell’Ersu Daniela Noli le carte vincenti della nuova generazione di studenti che si spinge alla ricerca di occupazione. Lo ha sottolineato questa mattina di fronte ad una platea di 150 persone presente al seminario su Ong, no Profit e internazionalizzazione, organizzato attraverso lo sportello Student Jobs con l’obiettivo di mettere in contatto gli studenti col mondo delle organizzazioni di volontariato internazionale non governative e no profit, oltre che informarli sull’auto-imprenditorialità (tema che si affronterà meglio nella seconda giornata di lavori con l’avvocato Christian K. Tabbò dell’associazione Kaleidos).

“Abbiamo organizzato il seminario – ha ribadito il presidente – non solo per aprirvi gli orizzonti verso il mondo delle Ong, ma anche per farvi acquisire competenze tecnico-giuridiche per la costituzione di un’associazione e per l’avvio di una impresa: nozioni che possono esservi utili in un periodo economico così delicato come quello che stiamo vivendo”. Per questo la dottoressa Noli, prima di passare la parola ai relatori, ha suggerito alla platea di studenti “di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno”. “Ricordatevi” ha concluso la presidente Noli “che ogni esperienza vi sarà utile per crescere professionalmente ed essere competitivi nel mondo del lavoro, anche se sarà precario per anni”.

 

Al seminario sono intervenuti Annamaria Baldussi (responsabile per l’internazionalizzazione alla Facoltà di Scienze Politiche di Cagliari – e presidente in pectore della ONG Coopi, nonché presidente dell’associazione  Gilgamesh), Christian K. Tabbò (associazione Kaleidos – sportello Terzo settore, Comune di Cagliari) e Luisa Zedda (responsabile del servizio volontario europeo-Sve dell’associazione Tdm 2000).

Le testimonianze sono arrivate dai volontari internazionali Massimo Allegrezza e Marcio Cavallo De Oliveira (Ong Humana People to people).

 

 

ONG, L’ESPERIENZA SUL CAMPO

 

Paolo M. C. De Oliveira: Sono appena tornato dal Mozambico e mia madre non lo sa: mi hanno offerto un lavoro per un nuovo progetto di volontariato in Africa e dovrò starci per quindici mesi. Non avrò nemmeno il tempo di tornare a casa da lei per dirglielo di persona. I bambini del Mozambico? Non avevano mai visto un uomo dalla pelle bianca. Nel villaggio dove ho deciso di trascorrere tre giorni insieme con loro non c'era acqua corrente, luce e quasi quasi non si mangiava. Colazione pranzo e cena? Sempre lo stesso pasto di farina di mais e acqua: una mescolanza bianca che quando va bene si aggiunge ad un po’ di pollo. Alla comunità ho insegnato le tecniche per coltivare la terra, anche sfruttando la rotazione dei campi. Loro andavano a prendere l'acqua dai pozzi lontanissimi. Io ho portato l'acqua direttamente nei villaggi smontando una bici e costruendo una pompa.


Massimo Allegrezza: Essere un volontario significa non essere mai soli, ma lavorare sempre in gruppo, dalla mattina alla sera. Alla Lindersvold school, scuola danese che forma i volontari, faccio l’educatore. Fare questo lavoro significa darsi completamente agli altri. Non si ha tempo per se stessi e si perde completamente la cognizione del mondo occidentale: alle 8 facciamo colazione, poi c’è un momento di gruppo in cui condividiamo un argomento internazionale. Il resto è impegno, lavoro e studio su tutto ciò che ci servirà per affrontare il progetto di volontariato. Anche quello di imparare a fare un impasto per il cemento. Ma si impara anche a trovare i fondi per realizzare i progetti che mirano ad aiutare le popolazioni del terzo mondo, dove sono diffuse malattie e povertà. Due ore sono dedicate alla cura del corpo e alla pratica di attività sportive, perché dobbiamo essere preparati ad affrontare lunghi periodi in regioni dove scarseggia l'alimentazione e in cui il clima è molto diverso dal paese in cui siamo cresciuti.

 

Humana People to People Italia non richiede esperienza, promuove la cultura della solidarietà e dello sviluppo sostenibile, finanzia e realizza progetti nel Sud del mondo e contribuisce alla tutela dell'ambiente anche attraverso la raccolta, la vendita e la donazione di abiti usati.Si impegna ad accrescere le capacità di popoli e comunità affinché divengano protagoniste del proprio futuro.

Archivio_2008

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