Il Diritto allo studio per non trasformarsi in privilegio deve permettere a tutte e tutti i meritevoli che desiderano farlo, di continuare a studiare dopo le scuole superiori. Questa è la motivazione per cui esistono gli Enti come il nostro. Lo Stato ha investito, solo per quest’anno, 850 milioni sulle borse di studio. 250 mila studentesse e studenti così potranno continuare a frequentare l’Università. Come ha ben detto una ragazza intervistata da XXI Secolo, il programma in onda su Rai 1 in seconda serata: “La borsa di studio è lo scambio ottimale tra lo Stato e studentesse e studenti che meritano supporto. Lo Stato investe su figure che possono essere utili al futuro del Paese mentre ragazze e ragazzi tengono fede al patto, studiando e così realizzando anche i propri sogni”. Ma le borse non bastano. Essenziale è anche il tema degli alloggi per i fuori sede.

Attualmente l’Italia conta 450 mila studentesse e studenti fuori sede e soli 45 mila posti letto in alloggi pubblici. Per chi ha diritto all’alloggio ma non riesce a ottenerlo sono previsti contributi monetari, ha ricordato il Presidente di Andisu, Alessandro Sciretti che ha anche posto l’accento sulla fascia media della popolazione che non ha un reddito così basso per accedere a borse e alloggi ma comunque se residente in luoghi lontani dall’Università può avere ugualmente gravi problemi a frequentare.

La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha riferito che il governo vuole capire se di quel 34% di giovani che frequenta gratis l’Università ci sia anche chi non se lo merita e parlando del caro affitti ha ribadito l’impegno dell’esecutivo per i famosi 60 mila posti letto entro giugno 2026: “per allinearci alla media europea. Fino a oggi ne abbiamo realizzati 8500. Riconosco sia un obiettivo super sfidante. In effetti in 30 anni si sono fatti 40 mila posti letto, ma con un commissario straordinario la burocrazia semplificata al massimo vogliamo credere sia possibile riuscirci”. Staremo a vedere…

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